È disponibile subito il podcast di oggi de
Il Disinformatico
della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto:
lo trovate
qui sul sito della RSI
(si apre in una finestra/scheda separata) e lo potete scaricare
qui.
Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite
iTunes,
Google Podcasts,
Spotify
e
feed RSS.
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[CLIP: Discussione finale fra HAL e David Bowman da “2001 Odissea nello
spazio” (1968)]
È facile considerare l’intelligenza artificiale come nient’altro che
l’ennesima novità tecnologica, uno strumento informatico in più, un ausilio al
quale ci abitueremo presto. Nessuno si è agitato o ha proclamato la catastrofe
sociale per l’introduzione del controllo ortografico o del riconoscimento
vocale. Quindi perché così tanto clamore, e in alcuni casi panico, proprio
intorno all’intelligenza artificiale?
L'esperto di sicurezza informatica Bruce Schneier, autore di numerosi libri
sulle tematiche digitali e membro del direttivo della
Electronic Frontier Foundation, una delle
associazioni di punta nella tutela dei diritti digitali, ha pubblicato un
saggio, intitolato AI and Trust, nel quale spiega molto bene questa anomalia
partendo da un concetto sociale, non tecnologico: la fiducia. E spiega perché
noi, come esseri umani, siamo particolarmente vulnerabili alla natura
seducente dell’intelligenza artificiale.
Le sue parole sono al centro della puntata del 26 aprile 2024 del
Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato
alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Benvenuti. Io sono Paolo
Attivissimo.
[SIGLA di apertura]
Premessa: due tipi di fiducia da distinguere
“La fiducia“, dice Bruce Schneier,
“è essenziale per la società. Gli esseri umani, come specie, tendono a
fidarsi gli uni degli altri.”
Prendiamo un mezzo